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NFT, la bolla è scoppiata?

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NFT, la bolla è scoppiata?

Dopo mesi di hype e di vendite roboanti alcuni parlano di declino, altri di assestamento. Facciamo il punto e vediamo qual è la situazione ad oggi, sarà davvero scoppiata la bolla?

L’argomento NFT è stato il tema caldo dell’estate. Alcune delle domande più ricercate su google a marzo sono state: ”cosa sono gli nft?” e “a cosa servono gli nft?”. 

Due domande semplicissime a cui abbiamo risposto in questo articolo

Nel frattempo il mercato ha continuato la sua espansione, e tra voci che gridavano alla rivoluzione e altre che parlavano di bolla, il mercato ha fatto registrare nella prima parte dell’anno cifre esorbitanti e tanti nuovi progetti. Molti infatti sono stati gli artisti che hanno voluto cavalcare l’onda del momento e lanciare una propria collezione in versione NFT. Pittori, attori, modelle, cantanti, calciatori, l’elenco si allunga ogni giorno di più. 

Non solo artisti, ad oggi sono tante anche le aziende che hanno voluto mettersi in gioco e sbarcare in questo pazzo mondo fatto di gattini e immagini pixelate.

NFT come vengono utilizzati dalle aziende

E’ ormai chiaro che gli NFT possono supportare le piccole e medie imprese in modi nuovi ed efficaci. 

Pensiamo ad esempio agli e-commerce; grazie a essi oggi le PMI possono vendere beni fisici online e raggiungere clienti in tutto il mondo. Gli NFT forniscono loro l’opportunità di fare leva sulle blockchain pubbliche per produrre beni digitali, che possono essere consegnati istantaneamente su qualunque wallet. Questo ci lascia intravedere un futuro in cui il proprio indirizzo crittografico diventerà importante quanto il proprio indirizzo postale. I Token Non Fungibili stanno diventando a tutti gli effetti una tendenza anche per i collezionisti, che spostano la loro attenzione su “cimeli digitali”, aprendo la strada a nuove infinite possibilità.

Sport, moda, musica, cinema, auto d’epoca sono solo alcuni dei possibili ambiti in cui, attraverso piattaforme ad hoc, i fan possono raccogliere, mostrare e rivendere i loro “cimeli” o “momenti”preferiti; dando vita a una potenziale collaborazione con il mondo del gaming che potrebbe cambiare per sempre le regole del gioco. Non poche aziende hanno voluto lanciare vere e proprie opere o collezioni digitali. È il caso delle grandi case di moda che hanno cominciato ad esplorare il mondo NFT in ottica di utilizzo nel mondo degli avatar virtuali, o delle grandi case cinematografiche che invece catturano frame di grandi capolavori e rivendono ai fan più appassionati. 

In particolare, l’applicazione della blockchain al mondo della moda da parte delle grandi firme è risultata una delle più interessanti e anche profittevoli. Cosa indosseranno i nostri avatar del mondo virtuale? Grazie a una visione futuristica, si è dato il via a un trend che siamo certi scoppierà nei prossimi mesi, quello del metaverso.

Futuro e Metaverso

Cos’è il Metaverso e perché ha attirato l’attenzione persino di Microsoft e Zuckerberg? 

Per enfatizzare, potremmo quasi paragonarlo alla nascita di un nuovo mondo, in quanto parliamo di uno spazio digitale che non va mai offline, con una sua autonomia; qui le persone entrano ed escono liberamente e si creano una realtà digitale parallela, del tutto “simile” a quella reale. 

Un esempio prototipale di Metaverso oggi è il mondo dei videogiochi, in cui si utilizzano avatar personalizzati che possono compiere qualsiasi tipo di azione/interazione; non solo giocare/combattere, ma anche comprare abiti personalizzati, accessori,  assistere a concerti, vedere film eccetera. Ma non solo, in questo senso il mondo degli NFT è stato trainato anche e soprattutto dai progetti legati alla sfera del gaming e dello sport. Dal fantacalcio ai giochi, l’idea di essere proprietari di oggetti unici anche in una terza dimensione rende l’esperienza ancora più immersiva e accattivante per il giocatore.

In questo nuovo contesto si apre un nuovo immenso mercato per le aziende che vedono già nei Non fungible Token una vera funzione d’uso. Con gli NFT, già oggi si possono acquistare beni digitali unici ed originali, possiamo solo immaginare nel Metaverso quanto potranno essere utilizzati. Quello del metaverso ci sembra il luogo in cui gli NFT trovano la loro piena applicazione

Dati e  prospettive 

Nel corso di questi mesi il mercato, ha visto dunque non pochi attori. 

Lo scetticismo iniziale è svanito alla vista degli introiti derivanti dalle vendite, tanto da spingere molti a pensare che si trattasse solo di una bolla pronta ad esplodere da un momento all’altro.Ad oggi, quindi, a distanza di nove mesi, la bolla sarà davvero scoppiata?

Dati alla mano proviamo a capire cosa sta succedendo sul mercato. Il primo trimestre del 2021- i mesi più caldi per gli NFT – ha visto più di $2 MILIARDI di dollari scambiati in NFT, 20 volte il volume scambiato negli ultimi tre mesi del 2020, con 142.863 wallet attivi.  Cifre da capogiro per un mercato emergente con ancora pochi attori. Cifre che hanno continuato a crescere nei mesi successivi e addirittura arrivate a toccare massimi mai registrati prima.

Come è possibile vedere dal grafico di NotFungible.com, il vero boom è solo agli inizi. Le vendite registrate tra il mese di agosto e quello di settembre sono state le più alte del 2021, con un picco di vendite che in agosto hanno superato le 600.000 contro le 179.000 di aprile.

Bolla o non bolla, i numeri parlano chiaro e dati di questa portata ci fanno capire quanto in realtà questo mercato, in questo momento, sia attivo e profittevole. Il lancio di numerosi progetti in campo NFT da parte di aziende blasonate ha sicuramente giovato alla crescita dello stesso, così come il pieno sviluppo del metaverso riteniamo contribuirà a portare il mercato ad una grossa crescita e ad un’adozione dei token sempre maggiore.

Sebbene il loro utilizzo sia ancora prettamente orientato verso progetti artistici e legati  alla realtà virtuale  per il prossimo futuro, ci aspettiamo non solo la naturale scomparsa di fenomeni hype ma anche il consolidarsi di applicazioni enterprise.  Questo porterà di conseguenza ad un graduale calo dei numeri, ma ad un tanto uguale consolidamento degli stessi nel lungo periodo.